La
scogliera interna che dalla laguna risale fino a formare la piattaforma
corallina comprende zone sufficientemente protette dalla violenza
delle onde e delle mareggiate, che godono del benefico apporto
di sostanze nutritive trasportate dalle correnti che lambiscono
la barriera esterna e che, attraverso di essa, raggiungono l'interno
della laguna. Attraverso una scarpata ricca di fenditure e piccoli
"canyon" a fondo sabbioso o costituito da ciottoli e
da frammenti di coralli trasportati fin qui dalle mareggiate si
raggiunge la piattaforma corallina a fondo roccioso, la cui profondità
può variare tra 0,5 metri e qualche metro, anche essa estremamente
ricca di fenditure, crepacci, avvallamenti e pozze più
profonde in cui può svilupparsi una folta popolazione di
coralli e altri organismi animali e vegetali. Non è raro
che con la bassa marea alcune zone della piattaforma corallina
si trovino emerse: questo, in genere, non provoca gravi danni
alle comunità di coralli che essa ospita, al contrario,
contribuisce a creare una serie di microambienti diversificati
dove avranno la possibilità di svilupparsi e prevalere
differenti specie e generi.
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Lo
spettacolo della piattaforma corallina durante la bassa marea
è uno dei più affascinanti e interessanti da
osservare: l'abbondanza di specie che appaiono semiemerse,
direttamente esposte ai cocenti raggi del sole, è incredibile,
così come appare straordinaria la loro resistenza e
tenacità a tali condizioni periodiche di irraggiamento
diretto. Mentre le zone più esposte alle correnti e
all'irradiamento saranno colonizzate principalmente da Madreporari
a piccoli polipi e, spesso, da Alcionari, nelle pozze più
profonde e nelle fenditure a fondo sabbioso, più protette
dalle correnti, troveranno le condizioni ideali molte specie
di coralli duri a grossi polipi. Un po' ovunque, ove vi sia
un substrato roccioso disponibile e condizioni favorevoli,
si sviluppano colonie di Stoloniferi, Zoantiniari e Corallimorfari,
oltre a numerosi anemoni spesso in simbiosi con pesci pagliaccio
e altri Pomacentridi. Questo è anche uno degli ambienti
più ricchi di organismi bentonici, come Molluschi,
Echinodermi e Crostacei, che trovano in tale habitat quella
ricchezza e varietà di spazi che prediligono. Infine
tra i pesci che più popolano questa zona vi sono i
Pomacentridi, i Labridi, i Murenidi, i Blennidi e gli Acanturidi:
tutti ospiti frequentissimi delle vasche degli appassionati.
Alghe
(specie di interesse acquariofilo): Caulerpa peltata
var. exigua, C.
racemosa var. chemnitzia e clavifera, Halimeda
opuntia.
Invertebrati
(specie di interesse acquariofilo): Clavularia
spp., Cornularia spp. (Anthozoa
Stolonifera); Sarcophyton
spp., Sinularia spp., Xenia
spp., Anthelia
spp. (Anthozoa Alcyonaria); Fungia
spp., Plerogyra
sinuosa, Trachyphyllia
geoffroyi, Euphyllia spp., Goniopora
spp., Catalaphyllia jardinei (Anthozoa
Scleractinia); Discosoma spp., Actinodiscus
spp., Rhodactis
spp. (Anthozoa Corallimorpharia);
Palythoa spp., Parazoanthus
spp. (Anthozoa Zoantidea); Entacmaea
quadricolor, Stichodactyla mertensii, S.
gigantea, Heteractis magnifica, Cryptodendrum
adhaesivum (Anthozoa Actiniaria); Lysmata
amboinensis, Rhynchocinetes
durbanensis, Stenopus hispidus,
S. zanzibaricus, S. cyanoscelis,
Hymenocera elegans, Panulirus ornatus, Dardanus
megistos, Neopetrolisthes maculatus (Crustacea
Decapoda); Odontodactylus scyllarus (Crustacea
Stomatopoda); Cypraea
tigris, Turbo petiolatus, Lyncina carneola,
Chicoreus ramosus (Mollusca Gastropoda); Tridacna
maxima, T.
squamosa, Spondylus squamosus, Lopha cristagalli,
Limaria fragilis (Mollusca Bivalvia); Linckia
laevigata, Fromia monilis, Culcita
schmideliana (Echinodermata Asteroidea);
Heterocentrotus mammillatus, Tripneustes gratilla,
Toxopneustes pileosus, Echinothrix diadema
(Echinodermata Echinoidea).
Pesci (specie di interesse acquariofilo): Rhinomuraena
quaesita, Gymnothorax favagineus, Echidna
nebulosa (Muraenidae); Cephalopholis miniata
(Serranidae); Centropyge multispinis,
C. eibli, C. bispinosus (Pomacanthidae);
Heniochus diphreutes, Chaetodon collare,
C. kleini (Chaetodontidae); Amphiprion
akallopisos, A. clarkii, A. sebae,
A.
ocellaris, Dascyllus aruanus, Chromis
viridis, C. dimidiata, Abudefduf sexfasciatus,
A. vaigensis, Pomacentrus caeruleus, P.
pavo (Pomacentridae); Thalassoma hardwickei,
T.
lunare, T. hebraicum, Labroides
dimidiatus (Labridae); Ecsenius bicolor,
Meiacanthus mossambicus (Blenniidae);
Acanthurus leucosternon, A. nigricans,
A. triostegus, A. lineatus,
Ctenochaetus striatus, Zebrasoma
desjardinii, Z. scopas (Acanthuridae);
Zanclus
cornutus (Zanclidae); Pseudobalistes
fuscus, Balistapus undulatus, Rhinecanthus
aculeatus, R. rectangulus (Balistidae);
Ostracion cubicus, O. meleagris, Lactoria
fornasini (Ostraciidae); Canthigaster
valentini (Tetraodontidae).
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Un acquario
"Piattaforma corallina"
Riprodurre in acquario un ambiente tipico delle zone di transizione,
come si possono incontrare nella scarpata interna e sulla piattaforma
corallina, equivale, in un certo senso, a realizzare un acquario
di barriera "misto". In queste zone, infatti, frequentemente
convivono (e competono per lo spazio) in ambiti spesso molto
ristretti le più svariate specie di coralli duri e molli.
Al contrario di quanto si possa pensare, la realizzazione di
un tale acquario appare molto più delicata di quella
di una vasca in cui si riproduca un ambiente molto più
rigorosamente caratterizzato (come un acquario per acropore
o un acquario di laguna) nei suoi parametri tipici che definiscono
la zonazione. In questo caso, infatti, non dovranno essere presenti
condizioni "estreme" (come, ad esempio, la forte illuminazione
e l'intensa movimentazione dell'acqua in un acquario per acropore
o il carico organico e di nutrienti relativamente elevato in
un acquario di laguna), ma piuttosto condizioni "medie",
che possano soddisfare localmente tutti i differenti organismi
sessili che si introdurranno nell'acquario. È essenziale,
quindi, che l'arredamento della vasca, realizzato esclusivamente
con rocce vive di prima qualità, non crei un paesaggio
monotono (come, ad esempio, la solita parete di rocce vive digradante
verso il lato anteriore della vasca), ma, al contrario, un paesaggio
ricco di avvallamenti, crepacci, passaggi e pinnacoli che possono
innalzarsi fino a pochi centimetri dalla superficie, in modo
tale da creare moltissimi "microambienti", dove le
condizioni di illuminazione e di movimentazione dell'acqua siano
relativamente differenti e tali da permettere ai più
diversi coralli di trovare la loro corretta collocazione, dove
prosperare. Adatte a questo tipo di disposizione delle rocce
vive saranno le vasche molto sviluppate in larghezza (a base
quadrata, ad esempio) e con le pareti laterali a vista, in modo
tale da poter godere di diversi punti di vista. La possibilità
di osservare l'acquario da tre angolazioni differenti permette
di costruire, al suo interno, un paesaggio molto variato e suggestivo,
senza il timore che restino zone "non osservabili",
come può accadere quando si possiede una vasca che consente
la sola osservazione frontale. Le variazioni possibili nella
disposizione delle rocce vive sono, in una tale vasca, numerosissime
e dipendono dalla fantasia e dalla perizia dell'appassionato:
non si abbia timore di creare un contrafforte in primo piano
rispetto al lato frontale, l'avvallamento che esso nasconde
sarà osservabile dai vetri laterali e l'effetto paesaggistico
sarà mozzafiato. Anche se in questo caso, visto il tipo
di ambiente che si vuole riprodurre e la grande varietà
di organismi di esigenze differenti che si possono ospitare,
una vasca molto spaziosa (a partire da 400 l) costituisce la
soluzione esteticamente e tecnicamente più indicata,
è comunque possibile come vedremo realizzare questo tipo
di acquario anche utilizzando una vasca di dimensioni medio-piccole,
ovviamente ponendo la massima cura nella scelta della dotazione
tecnica e nel popolamento, che dovrà essere il più
equilibrato possibile e limitato agli esemplari che possono
meglio convivere (e competere per lo spazio vitale) in un tale
volume d'acqua. Quello che si propone è un sistema costituito
da una vasca a base quadrata di 60 cm di lato e con una altezza
di 50 cm, per un volume lordo di 180 l, dotata di pozzetto di
tracimazione posteriore e di una vasca tecnica sufficientemente
ampia da contenere un volume netto di acqua di almeno 50 l.
La simmetria della vasca e la sua limitata profondità
permettono di sfruttare al meglio l'illuminazione fornita da
una lampada ad alogenuri di metalli alcalini (HQI) da 150 W,
con una temperatura del colore di 10000° K: se la disposizione
delle rocce vive è abbastanza movimentata, la sorgente
luminosa puntiforme, centrata sulla vasca, permette di creare
zone fortemente irraggiate accanto a zone meno illuminate. Completa
il sistema di illuminazione una lampada fluorescente attinica
da 20 W collocata posteriormente alla lampada HQI, allo scopo
di rafforzare la componente blu dello spettro di emissione complessivo
e assicurare le necessarie transizioni giorno-notte.
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Importante,
in questo tipo di acquario, è la corretta movimentazione
dell'acqua, assicurata, oltre che dal ritorno dell'acqua dalla
vasca tecnica, da un'unica pompa centrifuga elettronica impulsata,
della portata di 1000 l/h, posta lateralmente sulla parete posteriore
e orientata in diagonale. La asimmetria della posizione della
pompa impulsata permette di creare zone a forte corrente intermittente
e zone dove si hanno solo correnti aleatorie relativamente deboli:
ancora una volta è fondamentale la disposizione delle
rocce vive, da cui dipenderà la presenza e varietà
della movimentazione dell'acqua, pur assicurando sempre quel
minimo necessario a evitare che si vengano a creare zone totalmente
prive di correnti, con i conseguenti fenomeni di sedimentazione
estensiva e impoverimento locale di ossigeno.
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Nella
vasca tecnica sarà collocato uno schiumatoio correttamente
dimensionato: è infatti importante non rendere l'ambiente
troppo fortemente oligotrofo, se si vogliono mantenere in salute,
accanto ai Madreporari, anche Stoloniferi, Zoantidi, Corallimorfari
e, eventualmente, piccoli Alcionari. Se la vasca tecnica è
sufficientemente spaziosa una sua parte può essere destinata,
provvedendo alla sua adeguata illuminazione con lampade fluorescenti,
a un filtro ad alghe (caulerpe, ad esempio), con funzione anche
di refugium, la cui presenza può esercitare effetti molto
benefici sull'intero sistema, assicurando un massimo grado di
biodiversità, una efficace funzione filtrante e una azione
di controllo sulla proliferazione nell'acquario delle alghe
filamentose. Valori fisico-chimici ottimali: T 24-27°C;
D 1,022-1,024; pH 8,3-8,5; 8-12°dKH; nitrati inferiori a
10 mg/l; fosfati inferiori a 0,05 mg/l. Con la stessa sensibilità
e cura con cui si è allestita e popolata la vasca, l'appassionato
provvederà, infine, al mantenimento del sistema: oltre
all'imprescindibile cambio periodico di piccole quantità
d'acqua (10%, mensilmente), il reintegro di oligoelementi, di
iodio e di stronzio andrà valutato in base al tipo di
organismi presenti e alla loro abbondanza, così come
il metodo utilizzato per il mantenimento della concentrazione
di ioni calcio e della durezza carbonatica, per cui è
generalmente sufficiente un uso corretto dell'acqua di calce.
Moderate somministrazioni di fitoplancton o di altri alimenti
liquidi per invertebrati di provata qualità risulteranno
particolarmente benefiche in un acquario così ricco di
organismi dalle caratteristiche e dalle esigenze differenti.
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