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Messico, San Luis Potosì, Sierra de El Abra
Siamo nella regione di San Luis Potosì, nel Messico centrale, una terra ricca di altipiani tra i quali si aprono innumerevoli grotte, un vero paradiso che attira gli speleologi di tutto il mondo: è il regno dello spettacolare Astyanax fasciatus mexicanus, il primo Caracide cieco rinvenuto nelle acque sotterranee. I primi esemplari furono scoperti a La Cueva Chica ("la piccola grotta"), la cui entrata misura poco più di un metro per tre e nella quale occorre camminare per un centinaio di metri prima di trovare dell'acqua, sotto forma di "piscine" alcune delle quali poco più grandi di un metro quadro.

La Cueva Chica fa parte di un complesso di grotte nella Sierra de El Abra, costituitosi su depositi calcarei (scogliere rocciose e madreporiche) risalenti al Cretaceo, oltre 100 milioni di anni fa. Successivamente alla prima scoperta (il pesce fu descritto come Anoptichthys jordani nel 1936 dagli americani Hubbs e Innes), altri Caracidi ciechi furono rinvenuti nelle aree circostanti, come le grotte della Sierra de Guatemala e quelle della Sierra de Nicolas Pérez: sulle ali dell'entusiasmo per il nuovo pesce cieco, furono descritte negli anni '40 altre due specie di Anoptichthys (A. antrobius e A. hubbsi), la cui validità ebbe però breve durata quando fu evidente che tutte le grotte erano abitate dallo stesso pesce. Complessivamente, oggi conosciamo una trentina di caverne in cui sono presenti questi Caracidi. Ma da dove giunge l'acqua e, con essa, i pesci? Principalmente dal… cielo: le acque piovane, infatti, filtrano attraverso il suolo poroso e calcareo confluendo nelle grotte. E' stato calcolato che nell'area di maggiore concentrazione di caverne abitate dai pesci, che si estende su oltre 700 km2, cadano non meno di 1200 mm di pioggia l'anno pari a un miliardo di metri cubi d'acqua, in gran parte inghiottita nelle viscere della terra! Ma l'acqua non si limita a filtrare gocciolando attraverso gli strati di roccia: durante la stagione delle piogge, i fiumi - come il Rio Tampaòn - tracimano crescendo di oltre 3 m dal livello di "secca" e formando numerosi ruscelletti che possono occasionalmente entrare in comunicazione con le acque sotterranee, apportandovi detriti e… nuovi ospiti. E' senza dubbio così che i Caracidi ciechi hanno potuto colonizzare le grotte.

 

 

Caratteristiche fisiche e chimiche: il drenaggio attraverso rocce calcaree fa sì che l'acqua piovana si arricchisca di sali minerali mentre "scivola" nelle profondità sottostanti. Ciò influisce su parametri importanti quali la conduttività, il pH e la durezza, facendoli in pratica aumentare sensibilmente, fino a portarli su valori non molto dissimili da quelli riscontrabili nella maggioranza delle nostre acque potabili (pH 7,5-8,5; durezza oltre 20°dGH). Una notazione a parte merita la temperatura. E' opinione comune che le acque sotterranee siano "fredde", o magari "bollenti" se situate presso fonti di calore come i magmi vulcanici. La temperatura dell'acqua delle "cuevas" in cui vivono i Caracidi ciechi, invece, si aggira sui 25°C (minima rilevata 24°C, massima 27°C), valore non dissimile da quello medio riscontrabile in superficie. C'è però una differenza sostanziale tra le acque superficiali e quelle ipogee: in queste ultime, infatti, la temperatura è stabile nel tempo, mentre in superficie essa fluttua anche sensibilmente con il variare delle condizioni atmosferiche.

Vegetazione acquatica: assente.

Invertebrati: alcuni copepodi e ostracodi adattatisi alla vita ipogea, dall'esterno arriva occasionalmente anche il gamberetto Macrobrachium jamaicensis.

Pesci: Astyanax fasciatus mexicanus, sia nella forma ipogea (cieca e depigmentata) che in quella epigea (normale).

 

 

Un acquario "La Cueva Chica"
Vasca: 80x40x40 cm. Illuminazione costituita esclusivamente da 1 neon attinico 15-18 W. Filtraggio mediante filtro rapido esterno 300 l/h. Riscaldamento con termoriscaldatore da 150 W. Fondo composto da ghiaietto policromo grossolano o ciottoli di fiume. Arredamento della vasca rappresentato da qualche roccia, anche calcarea (ottimo il travertino); apprezzabile uno sfondo artificiale (resina) che imiti una parete rocciosa, sconsigliabile invece realizzare complicati sfondi e terrazze con rocce e legni che toglierebbero solo spazio al nuoto dei pesci. Attenzione: è importante cambiare il meno possibile la disposizione degli oggetti d'arredamento, per non disorientare continuamente i pesci!
Acqua: T 24-27°C; pH 7,5; durezza fino a 25°dGH; nitrati entro 50 mg/l. Necessario il cambio parziale dell'acqua (20%) ogni 7-10 gg.

Pesci: Astyanax fasciatus mexicanus (5-6).


 

 

 

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