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Il Lago Malawi
Formatosi non meno di 3 milioni di anni fa nell’antica Fossa Tettonica dell’Africa Orientale (Rift Valley), il Malawi – già chiamato in passato Niassa – è il nono lago al mondo e il terzo in Africa per estensione, grande circa quanto la Lombardia e la Liguria messe insieme! Lungo le sue sponde si affacciano tre stati: a sud ed ad ovest il Malawi, di cui fanno parte anche le grandi isole Likoma e Chizumulu, a nord est la Tanzania, ad est il Mozambico. Non è evidentemente un lago a dimensione italiana: lungo infatti più dell’autostrada Roma-Milano, raggiunge profondità quasi abissali (760 m), pur essendo meno profondo del vicino Tanganica. Come in questo, però, l’ossigeno è presente solo entro i primi 200 m e, quindi, ad eccezione dei batteri la vita è limitata a questa fascia superficiale. Le sue coste possono essere rocciose, sabbiose o ciottolose, con un livello delle acque che varia anche di due metri fra la stagione secca e quella delle piogge. Nonostante circa il 70% delle coste, e quindi dei fondali ad esse prospicienti, siano sabbiosi, sono quelle rocciose (5% delle complessive) e ciottolose a fornire la gran parte delle specie più conosciute dai ciclidofili. Essendo posto ai tropici, la circolazione verticale dell'acqua di questo lago è molto limitata, poiché la temperatura di quella superficiale non è mai abbastanza fredda da permettergli di affondare (nella stagione estiva il vento porta tale temperatura al massimo a circa 20° C), rimescolandosi con quella profonda. Per questo motivo al di sotto dei 200 m di profondità la vita è possibile solo per microrganismi anaerobici.Come il Tanganica e il Vittoria, il Malawi è un vero e proprio "paradiso dei Ciclidi": dal 1864 (anno della prima descrizione della fauna del lago ad opera dell’ittiologo Gunther) ad oggi ne sono state descritte circa 400 specie, ma si pensa ne restino da scoprire e descrivere scientificamente almeno un altro centinaio! I numerosi ambienti acquatici che si succedono lungo le coste, spesso separati tra loro in modo netto e insormontabile da parte dei pesci, hanno favorito in misura stupefacente il processo di speciazione, cioè la formazione di nuove specie grazie all’isolamento delle popolazioni. Naturalmente l’ittiofauna del lago non è costituita da soli Ciclidi, anche se limitata ad una cinquantina di specie: tra queste, val la pena citare alcuni “pesci gatto” (Auchenoglanis occidentalis, Clarias gariepinus e l’endemico Synodontis njassae) e alcuni piccoli killi del genere Aplocheilichthys (A. johnstoni e A. katangae).

Il biotopo delle coste rocciose
Il biotopo certamente più celebrato del Malawi è quello delle scogliere rocciose, che ospita il maggior numero di specie – circa 200 – divise in una dozzina di generi. Quasi tutti questi Ciclidi appartengono al gruppo dei cosiddetti “Mbuna” (altro termine locale, vuol dire letteralmente “battitori di pietra”): si nutrono “brucando” le alghe che ricoprono le rocce, soprattutto alghe verdi dei generi Cladophora e Calothrix, nonché della sottile pellicola di microrganismi (“aufwuchs”) che le riveste. Molte specie presentano splendide livree con colori appariscenti, tutte manifestano un marcato comportamento territoriale che ne rende problematica la convivenza in acquari troppo piccoli e privi di adeguati rifugi. A questo gruppo appartengono, tra gli altri, i generi Pseudotropheus, Labeotropheus, Labidochromis, Cynotilapia, Iodotropheus e Melanochromis. Va ricordato che, per quel che riguarda la riproduzione, quasi tutti i Ciclidi del Malawi sono incubatori orali: le uova, cioè, vengono raccolte in bocca da uno dei genitori (di regola la femmina) e trattenute fino alla schiusa e alla completa emancipazione degli avannotti. Le coste rocciose rappresentano da un terzo ad un quarto di quelle complessive del lago. Il cibo è presente in abbondanza, la competizione avviene principalmente per il territorio riproduttivo. Le dimensioni delle rocce sommerse variano da quelle di un pallone da calcio a diversi metri di diametro.

Caratteristiche fisiche e chimiche: i principali parametri fisico-chimici dell’acqua del lago Malawi sono i seguenti: T 24-29°C (rilevata lungo la linea costiera). Visibilità massima: 20 m. PH: 7,7-8,5. Durezza totale: 4-6°dGH. Durezza carbonatica: 6-8°dKH. Conduttività: 210-335 µS/cm. Si tratta dunque di un’acqua molto limpida, alcalina ma non molto “dura”, con una conduttività relativamente bassa rispetto agli altri grandi laghi africani. Le variazioni stagionali della temperatura e delle precipitazioni influenzano comunque la limpidezza dell’acqua , che può variare da un metro in una giornata calda di febbraio, a oltre 20 m in una giornata senza vento di ottobre. Alla fine della stagione delle piogge (maggio), il lago può essere due metri più alto che alla fine di quella secca e ventosa (novembre).

Vegetazione acquatica e palustre: alghe verdi, generi Cladophora e Calothrix.

Pesci: Pseudotropheus zebra, P. callainos, P. lombardoi, P. estherae, P. fainzilberi, Pseudotropheus elongatus, P. fuscus, P. crabro, Petrotilapia nigra, Tropheops tropheops, T. macrophthalmus, Labidochromis gigas, L. coeruleus, Iodotropheus sprengerae, Melanochromis melanopterus, M. parallelus, M. vermivorus, M. auratus, Tyrannochromis nigriventer, Genyochromis mento, Cynotilapia afra, Protomelas taeniolatus, P. fenestratus, P. virgatus, Nimbochromis linni, Aristochromis christyi, Exochochromis anagenys.

 
 

Un acquario “Malawi – coste rocciose”
Le dimensioni ottimali per ospitare una discreta comunità di Ciclidi sono, ad esempio, 150x70x80 (h) cm. L’illuminazione sarà piuttosto intensa e paragonabile, data anche l’assenza di piante sostituite in parte dalle alghe, a quella di un acquario marino: si può optare per una vasca aperta (in questo caso consigliabili 2 lampade HQI 150 W accoppiate a 2 attiniche 40 W), oppure per un acquario tradizionale con coperchio (combinazione consigliata: 3 neon 10.000°K + 2 neon 50/50 solare e attinica, tutti da 40 W e con riflettore). Filtraggio consigliabile: 2 filtri rapidi esterni a circolazione forzata da 1.500 l/h ciascuno, tubi di pescaggio agli angoli posteriori opposti della vasca e rientro in vasca con getto frazionato per smuovere al massimo l’acqua in superficie. 2 termoriscaldatori 300 W. Fondo di ghiaietto policromo fine, limitato al quarto anteriore della vasca, i restanti 3/4 essendo occupati dalla parete di rocce di varie forme e dimensioni, calcaree e non, saldamente incastrate e incollate tra loro a formare fessure, anfratti e cavità sfruttate dai Ciclidi e dai loro avannotti. Valori fisico-chimici dell’acqua come suggeriti in precedenza. I pesci andranno possibilmente introdotti tutti insieme, in gruppi di 3-4 (1 maschio + 2-3 femmine) e in età giovanile: considerate le spontanee e frequenti riproduzioni, conviene limitarsi a un numero relativamente basso rispetto al volume della vasca, per consentire a un certo numero di “nati in caso” di crearsi un proprio spazio vitale.

Pesci: Pseudotropheus zebra, P. elongatus, P. crabro, P. lombardoi, Cynotilapia afra, Labidochromis caeruleus “Yellow”, , Melanochromis auratus, Iodotropheus sprengerae.

 

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